7. 10. 20. 1. Quindi, per la tutela della pace e della carità ci è sembrato necessario far dipendere l’ordinamento del monastero unicamente dalla volontà del suo abate. Capitolo II - L'Abate. 6. Capitolo LVI – La mensa dell’abate Se neppure così si ravvederà, sia deposto dalla carica di priore e sostituito da un altro che ne sia degno. Amazon.it: regola benedetto. Ita enim ei omni tempore de bonis suis in nobis parendum est ut non solum iratus pater suos non aliquando filios exheredet. 13. 2. Bisogna dunque istituire una scuola del servizio del Signore. 4. Il trattamento inflitto a chi viene escluso dalla mensa è il seguente: in coro non intoni salmo, né antifona, né reciti lezioni fino a quando non avrà riparato alle sue mancanze; 5. mangi da solo dopo la comunità, 6. sicché se, per esempio, i monaci pranzano all’ora di Sesta, egli mangi a Nona; se pranzano a Nona, egli a Vespro, 7. fino a quando avrà ottenuto il perdono con una conveniente riparazione. In questo testo Ildegarda illustra la Spiegazione della lettera di San Benedetto, di cui espone e commenta i passi più importanti, mostrando come questa possa essere un modello perfetto per chi voglia seguire una vita ispirata a saggezza e moderazione. Quindi, se insiste per entrare e per tre o quattro giorni dimostra di saper sopportare con pazienza i rifiuti poco lusinghieri e tutte le altre difficoltà opposte al suo ingresso, perseverando nella sua richiesta, 4. sia pure accolto e ospitato per qualche giorno nella foresteria. Amazon.it: regola san benedetto. non iam timore gehennae, sed amore Christi et consuetudine ipsa bona et delectatione virtutum. pregare per i nemici nell'amore di Cristo. 24. – in perdizione, come ci ha insegnato l’esperienza. 1. (ACG 44 (2000) 7-43). 63. E non disperare mai della misericordia di Dio. 6. «Mi sono esaltato e quindi umiliato e confuso» 54. e ancora: «Buon per me che fui umiliato, perché imparassi la tua legge». Detesti i vizi, ma ami i suoi monaci. Difatti il Signore misericordioso afferma: "Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva". Non unus plus ametur quam alius, nisi quem in bonis actibus aut oboedientia invenerit meliorem. lo esaltano proclamando col profeta: "Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria!". 7. «Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno», si legge nella Scrittura. Pubblicato da San Paolo Edizioni, collana Storia della Chiesa. Bisogna dunque servirsi delle grazie che ci concede per obbedirgli a ogni istante con tanta fedeltà da evitare, non solo che egli giunga a diseredare i suoi figli come un padre sdegnato, 7. ma anche che, come un sovrano tremendo, irritato dalle nostre colpe, ci condanni alla pena eterna quali servi infedeli che non lo hanno voluto seguire nella gloria. Ci è poi vietato di fare la volontà propria, dato che la Scrittura ci dice: «Allontanati dalle tue voglie» 20. e per di più nel Pater chiediamo a Dio che in noi si compia la sua volontà. Il Casin. Ma riguardo alla vita sciagurata di tutti costoro è preferibile tacere piuttosto che parlare. 16. Al primo segnale di Nona, ciascuno interrompa il proprio lavoro per essere pronto al suono del secondo segnale. 10. Senza dubbio costoro prendono a esempio quella sentenza del Signore che dice: "Non sono venuto a fare la mia volontà, ma quella di colui che mi ha mandato". 2. La vita del santo nel libro dei Dialoghi di San Gregorio Magno. qui, timentes Dominum, de bona observantia sua non se reddunt elatos, sed ipsa in se bona non a se posse sed a Domino fieri existimantes. Temere il giorno del giudizio, 45. tremare al pensiero dell’inferno, 46. anelare con tutta l’anima alla vita eterna, 47. prospettarsi sempre la possibilità della morte. 1. Nei giorni feriali le Lodi si celebrino nel modo seguente: 2. si dica il salmo 66 senza antifona, recitandolo lentamente in modo che tutti possano essere presenti per il salmo 50, che deve dirsi con l’antifona. Capitolo V – L’obbedienza Amare la castità, 65. non odiare nessuno, 66. non essere geloso, 67. non coltivare l’invidia, 68. non amare le contese, 69. fuggire l’alterigia 70. e rispettare gli anziani, 71. amare i giovani, 72. pregare per i nemici nell’amore di Cristo, 73. nell’eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. alla nostra privacy policy per maggiori informazioni e per la Contenuto trovato all'interno – Pagina 21Anche della Regola di Agostino, unico testo riportato integralmente e collocato in ... S. Pricoco, Introduzione, in La regola di San Benedetto, cit., pp. 4. Rinnegare completamente se stesso. Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio. Dunque, quando uno assume il titolo di Abate deve imporsi ai propri discepoli con un duplice insegnamento. Quindi, questi monaci, che si distaccano subito dalle loro preferenze e rinunciano alla propria volontà. Indice dei capitoli: Prologus. 8. Nel caso che il lavoro quotidiano sia stato più gravoso del solito, se l’abate lo riterrà opportuno, avrà piena facoltà di aggiungere un piccolo supplemento, 7. purché si eviti assolutamente ogni abuso e il monaco si guardi dall’ingordigia. Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati. Da Pasqua, invece, sino al suddetto inizio di novembre, l’orario venga disposto in modo tale che, dopo un brevissimo intervallo nel quale i fratelli possono uscire per le necessità della natura, l’Ufficio vigiliare sia seguito immediatamente dalle Lodi, che devono essere recitate al primo albeggiare. Capitolo XXXIII – Il «vizio» della proprietà 17. Non voler esser detto santo prima di esserlo, ma diventare veramente tale, in modo che poi si possa dirlo con più fondamento. Capitolo L – I monaci che lavorano lontano o sono in viaggio E allora? Capitolo XXII – Il dormitorio dei monaci Vigilare continuamente sulle proprie azioni. 6. vitam aeternam omni concupiscentia spiritali desiderare. Con questo non intendiamo che l’abate debba permettere ai difetti di allignare, ma che li sradichi – come abbiamo già detto – con prudenza e carità, nel modo che gli sembrerà più conveniente per ciascuno, 15. e cerchi di essere più amato che temuto. Capitolo XLV – La riparazione per gli errori commessi in coro A Prima del lunedì si recitino tre salmi e cioè il salmo 1, il 2 e il 6; 5. e così nei giorni successivi fino alla domenica si dicano di seguito tre salmi fino al 19, in modo però che il 9 e il 17 si dividano in due. A sua volta il cellerario li affidi al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve. Benché la stessa natura umana sia portata alla compassione per queste due età, dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, bisogna che se ne interessi anche l’autorità della Regola. 8. Capitolo XXXIV – La distribuzione del necessario La presente edizione della Regola, con traduzione italiana e originale latino a fronte riprende il testo critico stabilito da A. de Vogué. 1. 45. Sine dubio hi tales illam Domini imitantur sententiam qua dicit: Sed haec ipsa oboedientia tunc acceptabilis erit Deo et dulcis hominibus, si quod iubetur non trepide, non tarde, non tepide, aut cum murmurio vel cum responso nolentis efficiatur. Nessun membro della comunità segua la volontà propria, 9. né si azzardi a contestare sfacciatamente con l’abate, dentro o fuori del monastero. Cum haec ergo dicit, ostendit nobis omnem exaltationem genus esse superbiae. 3. Amazon.it: la regola san benedetto Selezione delle preferenze relative ai cookie Utilizziamo cookie e altre tecnologie simili per migliorare la tua esperienza di acquisto, per fornire i nostri servizi, per capire come i nostri clienti li utilizzano in modo da poterli migliorare e per visualizzare annunci pubblicitari, anche in baseai tuoi interessi. Capitolo LVII – I monaci che praticano un’arte o un mestiere Ma in tutte le domeniche che cadano fuori del tempo quaresimale i cantici, le Lodi, Prima, Terza, Sesta e Nona si dicano con l’Alleluia, mentre il Vespro avrà le antifone proprie. Si stia però bene attenti che ciò non avvenga; ma se dovesse accadere, il responsabile di una simile negligenza ne faccia in coro degna riparazione a Dio. Dopo aver tentato di fornire qualche spunto spirituale postando la Regola di san Benedetto (qui), ho pensato che - dato che il progetto della Regula è oramai in dirittura d'arrivo) - si sarebbe potuto aprire un altro fronte relativo alla spiritualità benedettina. In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l’Ufficio divino, l’obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune. Sciatque abbas culpae pastoris incumbere quicquid in ovibus paterfamilias utilitatis minus potuerit invenire. id est in Opere Dei, in oratorio, in monasterio, in horto, in via, in agro vel ubicumque sedens, ambulans vel stans, inclinato sit semper capite, defixis in terram aspectibus. 16. Spezzare subito in Cristo tutti i cattivi pensieri che ci sorgono in cuore e manifestarli al padre spirituale. Se qualcuno trasgredisse queste norme, sia punito con la massima severità. 3. Prologo. Capitolo LII – La chiesa del monastero Ecco, questi sono gli strumenti dell'arte spirituale! Ma quella che si fa in comune sia brevissima e quando il superiore dà il segno, si alzino tutti insieme. 13. Capitolo LXII – I sacerdoti del monastero Capitolo XXX – La correzione dei ragazzi 2. Ma l’ufficio delle Lodi e del Vespro non si chiuda mai senza che, secondo l’uso stabilito, alla fine, tra l’attenzione di tutti, il superiore reciti il Pater per le offese alla carità fraterna che avvengono di solito nella vita comune, 13. in modo che i presenti possano purificarsi da queste colpe, grazie all’impegno preso con la stessa preghiera nella quale dicono: «Rimetti a noi, come anche noi rimettiamo». 2. 14. mox exoccupatis manibus et quod agebant imperfectum relinquentes, vicino oboedientiae pede iubentis vocem factis sequuntur. del monastero di S. Benedetto in Bergamo Obsculta, o fili, praecepta magistri, et inclina aurem cordis tui, et admonitionem pii patris libenter excipe et efficaciter comple. FINSIEL, Rivisto e corretto in base alla versione di A. Lentini (“La Regola” Pubblicazioni Cassinesi) De Vita Cisterciensi Hodierna. Bisogna evitare in tutti i modi che per qualsiasi motivo un monaco si provi a difendere un altro o ad assumerne in certo modo la protezione, 2. anche se ci fosse tra loro un qualsiasi vincolo di parentela. Essa ha guidato l'ordinamento monastico, ha ispirato la vita religiosa, ha influenzato le istituzioni e la vita civile. 1. 3. Imiti piuttosto la misericordia del buon Pastore che, lasciate sui monti le novantanove pecore, andò alla ricerca dell’unica che si era smarrita 10. ed ebbe tanta compassione della sua debolezza che si degnò di caricarsela sulle sue sacre spalle e riportarla così all’ovile. Custodisca l’anima sua, ricordandosi sempre di quella sentenza dell’apostolo che dice: «Chi avrà esercitato bene il proprio ministero, si acquisterà un grado onorevole». Ma con la sicurezza che nasce dalla speranza della divina retribuzione, costoro soggiungono lietamente: "E di tutte queste cose trionfiamo in pieno, grazie a colui che ci ha amato". 33. L’undicesimo grado dell’umiltà è quello nel quale il monaco, quando parla, si esprime pacatamente e seriamente, con umiltà e gravità, e pronuncia poche parole assennate, senza alzare la voce, 61. come sta scritto: «Il saggio si riconosce per la sobrietà nel parlare». Testo latino a fronte, Libro. introduzione 19 2.b. Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità; 3. e tutti ripetano per tre volte il versetto: «Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode», che è stato intonato dal lettore stesso, 4. il quale, dopo aver ricevuta così la benedizione, potrà iniziare il proprio turno. Capitolo I – Le varie categorie di monaci Terzo grado dell'umiltà è quello in cui il monaco per amore di Dio si sottomette al superiore in assoluta obbedienza, a imitazione del Signore, del quale l'Apostolo dice: "Fatto obbediente fino alla morte". affinché, dopo averci misericordiosamente accolto tra i suoi figli, egli non debba un giorno adirarsi per la nostra indegna condotta. La regola di san Benedetto e le regole dei Padri è un libro a cura di S. Pricoco pubblicato da Mondadori nella collana Scrittori greci e latini: acquista su IBS a 28.50€! 175 non è la più antica testimonianza della Regola, conservata invece presso la Bodleian Library a Oxford, il codice Hatton 48, risalente ca. 8. 1. La Regola di San Benedetto è un testo, un programma di vita monastica, che ha avuto una fortuna straordinaria non solo nella storia del monachesimo, nella storia della spiritualità e della religione, della Chiesa, ma semplicemente nella storia stessa, nella storia dell’uomo. 1. «In verità vi dico: – dichiara Gesù – gli diede potere su tutti i suoi beni». 5. Un’ora prima del pranzo, ciascuno dei monaci di turno in cucina riceva, oltre la quantità di cibo stabilita per tutti, un po’ di pane e di vino, 13. per poter poi all’ora del pranzo servire i propri fratelli senza lamentele né grave disagio; 14. ma nei giorni festivi aspettino fino al termine della celebrazione eucaristica. Il servizio di questa cucina sia affidato annualmente a due fratelli, che sappiano svolgerlo come si deve. dobbiamo correre e operare adesso quanto ci sarà utile per l'eternità. 1. si liberano all'istante dalle loro occupazioni, lasciandole a mezzo, e si precipitano a obbedire, in modo che alla parola del superiore seguano immediatamente i fatti. 5. e precisamente, alternando i rimproveri agli incoraggiamenti, a seconda dei tempi e delle circostanze, sappia dimostrare la severità del maestro insieme con la tenerezza del padre. Liberati dall’immagine del Dio-Castigatore, Fedele a Dio e agli uomini, fedele al Suo progetto e alla nostra storia, Il coraggio di riempire della nostra creaturalità, Gata al monastero delle Benedettine, prosegue la mostra di pittura, Da campionessa di basket al monastero, la storia di Erika Scarpa, A sua Immagine, di Rai 1, si è interessata della Madre Abbadessa, Noemi Scarpa, Suor Noemi, madre Badessa del Monastero Benedettine di Sant’Anna, presenta l’Orto delle Monache, Ora et labora una forma di vita evangelica al servizio dell’uomo, Capitolo I – Le varie categorie di monaci, Capitolo III – La consultazione della comunità, Capitolo IV – Gli strumenti delle buone opere, Capitolo VIII – L’ufficio divino nella notte, Capitolo IX – I salmi dell’ufficio notturno, Capitolo X – L’ufficio notturno dell’estate, Capitolo XI – L’ufficio notturno nelle Domeniche, Capitolo XIII – Le lodi nei giorni feriali, Capitolo XIV – L’Ufficio vigilare nelle feste dei santi, Capitolo XV – Quando si deve dire l’alleluia, Capitolo XVI – La celebrazione delle ore del giorno, Capitolo XVII – Salmi delle ore del giorno, Capitolo XVIII – L’ordine dei salmi nelle ore del giorno, Capitolo XIX – La partecipazione interiore all’ufficio divino, Capitolo XX – La riverenza nella preghiera, Capitolo XXIII – La scomunica per le colpe, Capitolo XXIV – La misura della scomunica, Capitolo XXVI – Rapporti dei confratelli con gli scomunicati, Capitolo XXVII – La sollecitudine dell’abate per gli scomunicati, Capitolo XXVIII – La procedura nei confronti degli ostinati, Capitolo XXIX – La riammissione dei fratelli che hanno lasciato il monastero, Capitolo XXXI – Il cellerario del monastero, Capitolo XXXII – Gli arnesi e gli oggetti del monastero, Capitolo XXXIII – Il «vizio» della proprietà, Capitolo XXXIV – La distribuzione del necessario, Capitolo XXXVIII – La lettura in refettorio, Capitolo XLII – Il silenzio dopo compieta, Capitolo XLIII – La puntualità nell’Ufficio divino e in refettorio, Capitolo XLIV – La riparazione degli scomunicati, Capitolo XLV – La riparazione per gli errori commessi in coro, Capitolo XLVI – La riparazione per le altre mancanze, Capitolo XLVII – Il segnale per l’Ufficio divino, Capitolo L – I monaci che lavorano lontano o sono in viaggio, Capitolo LI – I monaci che si recano nelle vicinanze, Capitolo LIII – L’accoglienza degli ospiti, Capitolo LIV – La distribuzione delle lettere e dei regali destinati ai singoli monaci, Capitolo LV – Gli abiti e le calzature dei monaci, Capitolo LVII – I monaci che praticano un’arte o un mestiere, Capitolo LVIII – Norme per l’accettazione dei fratelli, Capitolo LX – I sacerdoti aspiranti alla vita monastica, Capitolo LXI – L’accoglienza dei monaci forestieri, Capitolo LXII – I sacerdoti del monastero, Capitolo LXVII – I monaci mandati in viaggio, Capitolo LVIII – Le obbedienze impossibili, Capitolo LXIX – Divieto di arrogarsi le difese dei confratelli, Capitolo LXX – Divieto di arrogarsi la riprensione dei confratelli, Capitolo LXXIII – La modesta portata di questa regola, La buona notizia del buon Pastore, IV domenica di Pasqua, L'Umano è sinfonia delle differenze,sospensione, Per una volta prova a pensare al contrario lectio divina, Consacrazione monastica di Sr Remy del monastero benedettino. Declaratio Capituli Generalis Ordinis Cisterciensis. 9. Se in monastero ci sono dei fratelli esperti in un’arte o in un mestiere, li esercitino con la massima umiltà, purché l’abate lo permetta. Selezione delle preferenze relative ai cookie. Rinnegare completamente se stesso. 12. Percorso di lettura del libro: AUTORI E PERSONAGGI, Scritti di Santi e Beati, San Benedetto da Norcia. 19. Ma abbiamo detto di consultare tutta la comunità, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore. La Regola di San Benedetto e il nostro tempo. 12. 66. 25. Quando saranno tutti riuniti, dicano insieme Compieta, all’uscita dalla quale non sia più permesso ad alcuno di pronunciare una parola. Se, infatti, rimanessero fuori del coro, ci potrebbe essere qualcuno che ritorna a dormire o si siede fuori o si mette a chiacchierare, dando così occasione al demonio; 9. è bene invece che entrino, in modo da non perdere tutto l’Ufficio e correggersi per l’avvenire. I ... giorno per giorno, rispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni. 1. 4. 17. 1. Se infatti parlare e insegnare é compito del maestro, il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare. Contenuto trovato all'interno – Pagina xlvSan o S. Bened . Regol . Regola di San Benedetto volgarizzata nel buon secolo ed ora per la prima volta pubblicata col confronto di quattro testi a penna ... Se li adopereremo incessantemente di giorno e di notte e li riconsegneremo nel giorno del giudizio, otterremo dal Signore la ricompensa promessa da lui stesso: 77. e corregge i suoi personali difetti, aiutando gli altri a migliorarsi con le sue ammonizioni. 1. È un cammino di ritorno presentato con tratti specifici della conversione, che si muove in continua tensione verso Dio, verso quella Patria a cui il monaco aspira. 17. Invece da Pentecoste in poi, per tutta l’estate, se non sono impegnati nei lavori agricoli o sfibrati dalla calura estiva, al mercoledì e al venerdì digiunino sino all’ora di Nona, cioè fin dopo le 14 3. e negli altri giorni pranzino all’ora di Sesta. Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati. La Biblioteca del Forum. 5. Il monaco, che viene mandato fuori per qualche commissione e conta di tornare in monastero nella stessa giornata, non si permetta di mangiare fuori, anche se viene pregato con insistenza da qualsiasi persona, 2. a meno che l’abate non gliene abbia dato il permesso. E se in seguito vorrà fissare la sua stabilità nel monastero, non si opponga un rifiuto a questa sua richiesta, tanto più che durante la sua permanenza si è avuto modo di studiarne il comportamento. La “Regola” di Benedetto da Norcia traccia una linea di demarcazione netta nella storia del mondo cristiano. 18. L'officina poi in cui bisogna usare con la massima diligenza questi strumenti è formata dai chiostri del monastero e dalla stabilità nella propria famiglia monastica. Tertius humilitatis gradus est ut quis pro Dei amore omni oboedientia se subdat maiori, imitans Dominum, de quo dicit apostolus: Quartus humilitatis gradus est si, in ipsa oboedientia duris et contrariis rebus vel etiam quibuslibet irrogatis iniuriis, tacite conscientia patientiam amplectatur. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. 4. Se qualche monaco oserà avvicinare in qualche modo un fratello scomunicato, o parlare con lui, o inviargli un messaggio, senza l’autorizzazione dell’abate, 2. incorra nella medesima punizione. 11. 18. 4. 1. 60. Introduzione e commento. Ciascun monaco dorma in un letto proprio 2. e ne riceva la fornitura conforme alle consuetudini monastiche e secondo quanto disporrà l’abate. «Se non ho nutrito sentimenti di umiltà, se il mio cuore si è insuperbito, tu mi tratterai come un bimbo svezzato dalla propria madre». E allora? 14. Si interessi dei malati, dei ragazzi, degli ospiti e dei poveri con la massima diligenza, ben sapendo che nel giorno del giudizio dovrà rendere conto di tutte queste persone affidate alle sue cure. Se non è uno dei giorni in cui il digiuno non può essere violato, il superiore rompa pure il suo digiuno per far compagnia all’ospite, 11. mentre i fratelli continuino a digiunare come al solito. Regola è chiamata perchè dirige la vita di quelli che obbediscono. Perciò, come abbiamo detto, chi non intende dedicarsi all’orazione si guardi bene dal trattenersi in chiesa dopo la celebrazione del divino Ufficio, per evitare che altri siano disturbati dalla sua presenza. I monaci poi esprimano il loro parere con tutta umiltà e sottomissione, senza pretendere di imporre a ogni costo le loro vedute; 5. comunque la decisione spetta all’abate e, una volta che questi avrà stabilito ciò che è più conveniente, tutti dovranno obbedirgli. 1. Contenuto trovato all'interno – Pagina 861Altra Regola di S. Chiara , menza el prologo de la regula del sanctissi data da ... Finis . codice in pergamena contenente il testo latino Un'altra ediz ... Quindi l’abate vigili con la massima attenzione perché non siano trascurati sotto alcun riguardo. 67. Se non si migliorerà, venga ripreso pubblicamente di fronte a tutti. Tantundem iterum erit ut, si inquieto vel inoboedienti gregi pastoris fuerit omnis diligentia attributa et morbidis earum actibus universa fuerit cura exhibita. 26. Guardarsi dai discorsi cattivi o sconvenienti, 52. non amare di parlar molto, 53. non dire parole leggere o ridicole, 54. non ridere spesso e smodatamente. et veluti uno momento praedicta magistri iussio et perfecta discipuli opera, in velocitate timoris Dei, ambae res communiter citius explicantur. nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. E questo si realizza degnamente, astenendosi da ogni peccato e dedicandosi con impegno alla preghiera accompagnata da lacrime di pentimento, allo studio della parola di Dio, alla compunzione del cuore e al digiuno. 18. CAP. Regola di S. Benedetto in IntraText: testo integrale, concordanze e liste di frequenza - full text, concordances and frequency lists sed vocem illam Domini factis imitetur dicentis: Item dicit scriptura: Voluntas habet poenam et necessitas parit coronam. Benedetto da Norcia - La regola di san Benedetto (540) Traduzione dal latino di Francesco Leopoldo Zelli Jacobuzi (1902) Dell’Obbedienza. Quindi, fratelli miei, se vogliamo raggiungere la vetta più eccelsa dell’umiltà e arrivare rapidamente a quella glorificazione celeste, a cui si ascende attraverso l’umiliazione della vita presente, 6. bisogna che con il nostro esercizio ascetico innalziamo la scala che apparve in sogno a Giacobbe e lungo la quale questi vide scendere e salire gli angeli. qui malignum diabolum aliqua suadentem sibi, cum ipsa suasione sua a conspectibus cordis sui respuens. Clamat nobis scriptura divina, fratres, dicens: Omnis qui se exaltat. 4. Versione digitalizzata di un incunabolo del testo della Regola di San Benedetto secondo l'importante manoscritto della Biblioteca di San Gallo, Svizzera. Ante omnia, ne dissimulans aut parvipendens salutem animarum sibi commissarum, ne plus gerat sollicitudinem de rebus transitoriis et terrenis atque caducis. Nell’elezione dell’abate bisogna seguire il principio di scegliere il monaco che tutta la comunità ha designato concordemente nel timore di Dio, oppure quello prescelto con un criterio più saggio da una parte sia pur piccola di essa. Quindi pensiamo di regolare gli orari di queste due attività fondamentali nel modo seguente: 3. da Pasqua fino al 14 settembre, al mattino verso le 5 quando escono da Prima, lavorino secondo le varie necessità fino alle 9; 4. dalle 9 fino all’ora di Sesta si dedichino allo studio della parola di Dio. Se dunque «gli occhi di Dio scrutano i buoni e i cattivi» 27. e se «il Signore esamina attentamente i figli degli uomini per vedere se vi sia chi abbia intelletto e cerchi Dio», 28. se a ogni momento del giorno e della notte le nostre azioni vengono riferite al Signore dai nostri angeli custodi, 29. bisogna, fratelli miei, che stiamo sempre in guardia per evitare che un giorno Dio ci veda perduti dietro il male e isteriliti, come dice il profeta nel salmo e, 30. pur risparmiandoci per il momento, perché è misericordioso e aspetta la nostra conversione, debba dirci in avvenire: «Hai fatto questo e ho taciuto». Si ricordi sempre che nel tremendo giudizio di Dio dovrà rendere conto tanto del suo insegnamento, quanto dell’obbedienza dei discepoli 7. e sappia che il pastore sarà considerato responsabile di tutte le manchevolezze che il padre di famiglia avrà potuto riscontrare nel gregge. «Chi è l’uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?». I malati più deboli avranno anche il permesso di mangiare carne per potersi rimettere in forze; però, appena ristabiliti, si astengano tutti dalla carne come al solito. Dunque, quando uno assume il titolo di Abate deve imporsi ai propri discepoli con un duplice insegnamento, 12. mostrando con i fatti più che con le parole tutto quello che è buono e santo: in altri termini, insegni oralmente i comandamenti del Signore ai discepoli più sensibili e recettivi, ma li presenti esemplificati nelle sue azioni ai più tardi e grossolani. Infatti a ogni monaco bastano due cocolle e due tonache per potersi cambiare la notte e per lavarle; 11. il di più è superfluo e dev’essere eliminato. Nelle feste dei santi e in tutte le solennità si proceda come abbiamo stabilito per la domenica, 2. ad eccezione dei salmi, delle antifone e delle lezioni, che saranno proprie di quel giorno; si segua però l’ordine già fissato. Testo latino a fronte. Contenuto trovato all'interno – Pagina 71In questo luogo dunque , bisogna fupplire qualche cosa al Testo . di S. Benedetto , ed invece che il Testo distingue solamente due tempi , bisogna ... 1. Se qualcuno si rifiutasse altezzosamente di farlo, sia sottoposto a un castigo corporale e, se si ostina in questo atteggiamento di ribellione, sia scacciato dal monastero. L’ottavo grado dell’umiltà è quello in cui il monaco non fa nulla al di fuori di ciò a cui lo sprona la regola comune del monastero e l’esempio dei superiori e degli anziani. Alla domenica, subito dopo le Lodi, quelli che iniziano e quelli che terminano il servizio della cucina si inginocchino in coro davanti a tutti, chiedendo che preghino per loro. Non deve chiudere gli occhi sulle eventuali mancanze, ma deve stroncarle sul nascere, ricordandosi della triste fine di Eli, sacerdote di Silo.
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